Potrebbe essere una valida metodologia d'inclusione, creare un "gioco" in cui il gruppo classe si pone dal punto di vista del bambino autistico? Intendo cioè provare a sentire e sperimentare le risposte rispetto al "mettersi nei panni di ... " e verificarne l'eventuale osservazione e attenzione prestata da parte della classe nei confronti del bambino.
Chiedere come pensano che veda, cosa prova, cosa sente, come sente, cosa gli piace, cosa non gli piace, che gioco preferisce e anche il colore che preferisce, come si veste, cosa ama mangiare e cosa non apprezza etc ..
Si può considerare eventualmente questo lavoro come verifica delle consapevolezze acquisite dai bambini nei suoi confronti e anche dell'interesse prestatogli?
E rispetto al risultato si può considerare allo stesso tempo che sia stata effettuata una buona/scarsa strategia di inclusione?
Son curiosa di avere un vostro punto di vista, grazie.
Ambito:
Metodologie Inclusive,
Livello Scolastico:
Tutti
Risposte:
Risposta dell'operatore Rossi Elisabetta in data 03/03/2020
Questo in generale.
In particolare, la strategia che lei ha proposto direi che può risultare funzionale! Dipende dal grado di partecipazione, di maturità e di attenzione dei bambini/ragazzini della classe.
L'importante è che tutto ciò venga fatto SEMPRE. Mi spiego: ben vengano i progetti e le attività ad hoc (li faccio anch'io e sono bellissimi!), ma l'inclusione deve diventare quotidianità. I bambini sempre, anche se l'insegnante non ci fosse, devono sapere come comunica il compagno autistico, riuscire a capirlo anche se utilizza un linguaggio non verbale o approssimato e riconoscere cosa gli da fastidio e cosa gli fa piacere.
Anche il bambino autistico, in base alle sue possibilità, si darà da fare in tal senso, cercando di imparare a stare con gli altri in modo socialmente accettabile e lavorando con loro per un fine comune.





Si può considerare eventualmente questo lavoro come verifica delle consapevolezze acquisite dai bambini nei suoi confronti e anche dell'interesse prestatogli?
E rispetto al risultato si può considerare allo stesso tempo che sia stata effettuata una buona/scarsa strategia di inclusione?
Son curiosa di avere un vostro punto di vista, grazie.%0A%0ACondividi%20qui:https://www.revire.eu/vedi_blog_new.asp?id=407" onClick="__gaTracker('send', 'event', 'mailto', '?subject=Potrebbe essere una valida metodologia d'inclusione, creare un "gioco" in cui il gruppo classe si pone dal punto di vista del bambino autistico? Intendo cioè provare a sentire e sperimentare le risposte rispetto al "mettersi nei panni di ... " e verificarne l'eventuale osservazione e attenzione prestata da parte della classe nei confronti del bambino. Chiedere come pensano che veda, cosa prova, cosa sente, come sente, cosa gli piace, cosa non gli piace, che gioco preferisce e anche il colore che preferisce, come si veste, cosa ama mangiare e cosa non apprezza etc .. Si può considerare eventualmente questo lavoro come verifica delle consapevolezze acquisite dai bambini nei suoi confronti e anche dell'interesse prestatogli? E rispetto al risultato si può considerare allo stesso tempo che sia stata effettuata una buona/scarsa strategia di inclusione? Son curiosa di avere un vostro punto di vista, grazie.&body=Condividi%20qui:https://www.revire.eu/vedi_blog_new.asp?id=407');" class="synved-social-button synved-social-button-share synved-social-size-32 synved-social-resolution-single synved-social-provider-mail" data-provider="mail" rel="nofollow" title="Share by email" style="font-size: 0px; width:32px;height:32px;margin:0;margin-bottom:5px;">

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